lunedì 5 aprile 2010

L’Udc faccia una scelta di campo



L’Udc faccia una scelta di campo
di Italo Bocchino

Pierferdinando Casini dopo la rottura con il Pdl del 2008 ha vinto la difficile battaglia per la sopravvivenza. Ha fatto una scelta difficile e coraggiosa, andando da terzo incomodo al voto in un paese sempre più bipolare. Per tre volte di seguito ce l’ha fatta, alle politiche bene, alle europee meglio e alle regionali così così.

Adesso non può esimersi dal fare una scelta, altrimenti rischia di apparire come un tennista che anziché giocare da una parte o l’altra del campo pretende di giocare seduto sulla rete. A questo si aggiunga che i terzi incomodi nei sistemi bipolari occidentali non brillano e ne è prova il risultato francese di Francois Bayrou.

La scelta è obbligata, anche se deve avvenire non come una resa, ma per arricchire la coraggiosa scelta fatta e la coalizione con cui allearsi. La scelta è quella della casa italiana del Ppe rappresentata da Berlusconi, Fini e Casini, che insieme rappresentano le culture nazionale, liberale e cattolica che si incrociano nei popolari europei.

A consigliare questa riflessione dovrebbe essere anche il risultato alle regionali, dal quale emerge che gli elettori di Casini preferiscono stare con il centrodestra. L’Udc è stata ininfluente ovunque si è schierata con la sinistra e influente nel Lazio e in Campania dov’era nel suo alveo naturale. Dove poi ha scelto la terza via ha di fatto danneggiato i moderati, permettendo ad un comunista come Vendola di governare la Puglia.

Il momento per ridiscutere l’alleanza è questo, in concomitanza con l’avvio delle riforme istituzionali dove alla pari e in maniera armonica con Berlusconi, Fini e Bossi anche Casini può costruire l’assetto della nuova Italia. In più Casini con la sua partecipazione alla partita riformatrice nell’alveo del centrodestra può garantire alcune questioni che lui e Fini hanno più volte posto, tra le quali il dialogo con le opposizioni, l’ascolto attento delle sensibilità del Quirinale e i giusti contrappesi alle spinte di cui è portatrice la Lega.

Se Casini scendesse dalla rete ed entrasse in campo sarebbe più facile fare le riforme, farle bene e costruire un centrodestra sempre più largo, competitivo ed equilibrato.

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