sabato 19 gennaio 2008

ACCA LARENTIA

ACCA LARENTIA 30 ANNI FA LA STARGE.

Odio,potere,morte noi siamo qui.

Avete perso.

"Ti considerano diverso perchè sanno di non poter amare come te"
Stefano Recchioni

Franco
Francesco
Stefano
Di Padre In Figlio
La Comunità


ACCA LARENTIA: MEMORIA E SFIDA


(di Gianni Alemanno)- Trenta anni: un periodo lunghissimo che percorre una parte importante della storia d’Italia e che ci ricollega a fatti remoti, che sono ancora sostanza bruciante nei nostri cuori e nei nostri cervelli.Stiamo parlando dell’anniversario della strage di Acca Larenzia che, appunto trenta anni fa, insanguinò Roma con la morte di tre giovani militanti del Msi e del Fronte della Gioventù: Francesco Ciavatta e Franco Bigonzetti per mano comunista e Stefano Recchioni per mano di un ufficiale delle forze dell’ordine. Quella strage fu un vero spartiacque nella storia tragica degli anni di piombo che va ricordato bene agli storici “ufficiali”, troppo inclini a fare confusione su quell’epoca. E’ vero che negli anni ’70 e ’80 ci fu una guerra civile strisciante, che non fu soltanto terrorismo ma violenza diffusa, tale da coinvolgere decine di migliaia di giovani di destra e di sinistra in una vera e propria guerra civile strisciante, che lasciò sul campo tante vittime da una parte e dall’altra. Però questa è una verità incompleta: bisogna anche aggiungere che fino al 7 gennaio 1978 l’aggressione fu quasi esclusivamente da una parte sola. Dopo le contestazioni sessantottine, dopo i successi dell’Msi nei primi anni ’70 e a seguito dell’inizio della strategia della tensione stragista, per un lungo periodo si ammazzava a senso unico. Tanti episodi orribili, a cominciare dal rogo dei fratelli Mattei, servirono a dare concretezza all’orribile slogan “uccidere un fascista non è reato” e a fare da battesimo del fuoco per chi voleva essere ammesso nelle file delle organizzazioni terroristiche vere e proprie.Su quel periodo c’è uno spesso velo che nasconde verità su cui anche la sinistra ufficiale non ha ancora fatto i conti fino in fondo, per comprendere la genesi della lotta armata. Fu l’antifascismo militante ad essere il vero incubatore del terrorismo di sinistra e, per reazione, di destra. Il tutto nell’assoluta indifferenza, nell’ignavia, dell’Italia democristiana e dei poteri forti dell’informazione, che si accorsero dell’esistenza della violenza comunista solo dopo il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro, cinque mesi dopo la strage di Acca Larenzia.Ecco perché reclamare giustizia e verità per questi ragazzi non ha solo un enorme valore umano e spirituale: ha una grande importanza dal punto di vista politico e culturale per sradicare fino in fondo tutte le dinamiche dell’odio che ancora esistono all’interno della nostra comunità nazionale. La pacificazione nazionale, il superamento degli odi ideologici del passato, affondano le loro radici in un grande processo di comprensione della verità storica, nella memoria di fatti e responsabilità che non possono essere dimenticati. Fino a quando in Italia non si farà chiarezza sulla strategia della tensione stragista e sul ruolo tragico dell’antifascismo militante, non ci potrà mai essere una vera e profonda ricomposizione nazionale. Ma c’è un altro monito che ci viene da Acca Larentia. Che valore ha oggi il sacrificio di quei ragazzi e di tutti coloro che sono morti facendo politica a destra in quegli anni? Ne dobbiamo parlare come vittime sacrificate in una battaglia cieca e senza speranza, oppure sono ancora oggi un esempio e un valore di eroismo da additare alle giovani generazioni? E’ evidente che noi crediamo nella seconda ipotesi perché – ancora oggi e forse più di ieri – diamo valore alla militanza, alla Politica come atto di amore nei confronti di un popolo e di dedizione in valori da incarnare nella realtà sociale.Nella crisi della politica che stiamo vivendo in questi mesi molte sono le ricette che vengono proposte dai diversi commentatori. In genere sono ricette che portano ad un “ridimensionamento” della politica, intesa semplicemente come buona amministrazione, come procedura tecnica per prendere decisioni. Noi, invece, crediamo che la strada sia esattamente opposta: la politica si salva se va verso l’alto, se torna ad essere passione, spiritualità applicata al sociale, milizia e spirito di servizio.Di tutto questo i nostri giovani degli anni ’70 sono stati esempio fino al più alto sacrificio. Non sono vittime, sono persone che sono state uccise perchè facevano politica, sapendo di rischiare e accettando consapevolmente questo rischio. Per tutti gli anni ’70 e ’80 chi alzava la serranda di una sezione dell’Msi, chi distribuiva un volantino, chi attaccava un manifesto, sapeva perfettamente i rischi che correva e ne era fiero. Ecco perché, per noi, questi ragazzi sono degli eroi e non delle vittime.Questa è la sfida che abbiamo di fronte: saper conciliare la passione per la politica, il senso spirituale della militanza, con il rispetto per chi la pensa diversamente, rifiutando ogni tentazione di trasformare la passione in odio. Senza mai consentire che l’ipocrisia nasconda la verità e la giustizia su cui si deve fondare la pacificazione nazionale e senza mai dimenticare che l’avversario politico è un altro italiano che sta cercando, su strade diverse, di impegnarsi per il nostro stesso popolo.Se riusciremo in questa grande sfida di rigenerare la militanza politica senza furore fazioso, allora saremo veramente degni del sacrificio di chi ci ha preceduto.
Gianni Alemanno

domenica 13 gennaio 2008

Consegna maglietta al futuro Sindaco di Santa Marinella R.Bacheca

Consegna Tapiro al coord.Mauro Bianchi

martedì 1 gennaio 2008

Tidei sulla caduta della sua giunta comunale Santa Marinella

Fine della giunta Tidei a Santa Marinella (Rm)

Tidei_______________________moscherini


Un pò di storia
Inviato da Trasimaco
Monday 03 December 2007
Le Autorità portuali vengono istituite dalla legge 84/94, che riordinò completamente l'assetto dei porti italiani; i
principali compiti che da allora sono chiamate ad adempiere riguardano l'indirizzo, la programmazione, il
coordinamento, la promozione ed il controllo delle operazioni portuali.
Inoltre, in capo alle Autorità portuali è la manutenzione ordinaria e straordinaria delle parti comuni dell'ambito portuale ed il
mantenimento dei fondali del porto (previa convenzione col Ministero dei LL.PP.) nonché l'affidamento e controllo
delle attività dirette alla fornitura a titolo oneroso agli utenti portuali di servizi di interesse generale: il che non certo poca
cosa. Subito dopo l'istituzione d'Autorità portuale (siamo nel 1995) si procede alle nomine degli
assetti: a Civitavecchia vengono in qualità di Presidente Francesco Nerli da Siena che oggi presiede
l'Autorità portuale di Napoli ; e in qualità di Segretario Giovanni Moscherini: marchigiano, proveniente dal
mondo portuale livornese, una brillante carriera nella Cgil trasporti, socialista, a quanto si apprende fortemente
sponsorizzato da vari ambienti e dall'allora plenipotenziario del Pds della città labbronica Fabio Mussi. Al Comune
di Civitavecchia era Sindaco Pietro Tidei, alla Provincia di Roma c'era il compianto Fregosi, la Regione Lazio è
presieduta da Piero Badaloni e al livello nazionale governava il centro sinistra. L'allora Segretario di molo
Vespucci Moscherini - in quegli anni - acquisisce un importante ruolo politico nel partito della Quercia, si candida
Consigliere comunale ed è di gran lunga il primo degli eletti a suon di centinaia di preferenze, organizza intorno a sé ed
a ampi settori del mondo portuale una forte componente, diventa segretario dell'Unione comunale del partito e
Presidente del Consiglio comunale; inizialmente con l'appoggio aperto del maggiore esponente del partito Sindaco
e poi Deputato Tidei, che vedeva in lui un possibile alleato in vista di un progetto di rinnovamento della
classe dirigente della politica locale che ruotasse però intorno al suo entourage: erano gli anni del protagonismo di alcuni
giovani dirigenti politici come Simone Giganti. I rapporti fra Tidei e Moscherini si deteriorano progressivamente sino allo
scontro aperto; sino a quel momento il quadro politico è a tutti i livelli, nelle solide mani del centro
sinistra. Ma le cose cambiano: nel 1998 si vota alla Provincia di Roma e per un pugno di voti Silvano Moffa (An) viene
eletto Presidente a scapito della Napoletano, nel 2000 Francesco Storace è Presidente della Regione Lazio. Fra tanto
Tidei si dimette da Sindaco per concorrere alla Camera dei Deputati come si sa, sarà eletto, al Comune di
Civitavecchia viene nominato Commissario il dott. Guglielman. Si giunge a ridosso del 2001 che è l'anno della
svolta se così si può dire: con la Provincia e la Regione in mano ad An si votano le Nazionali e la lunga traversata nel
deserto di Berlusconi si conclude per lui ed i suoi, positivamente con la vittoria netta su Rutelli e non
solo, a Civitavecchia fatto storico vince al ballottaggio il giovane di Fi Alessio De Sio: la filiera
amministrativa è tutta targata centrodestra. Nerli intanto era già a Napoli e Moscherini all'inizio del 2001 è
Commissario dell'ente portuale di Civitavecchia. Le polemiche che seguirono alla traumatica sconfitta di Carlo Falzetti sono note, senza
mezzi termini si accusò Moscherini di tradimento politico, imputandogli di aver sostenuto il centro destra in
vista della nomina a Presidente dell'Autorità portuale che avrebbe gestito il centrodestra. Comunque, come siano realmente
andata , è certo che da allora Moscherini instaura un feeling consistente con gli istituzionali di centro destra ed in
particolare con An, lui e Storace si stimano reciprocamente e pubblicamente (proprio con Storace l'Autorità
portuale acquisisce il controllo anche di Fiumicino e Gaeta) e lo ricordiamo a passeggio per le vie di Allumiere con
l'allora Ministro Gasparri. Nel 2001 il Governo Berlusconi mentre il Ministro era Lunardi nomina
Moscherini Presidente dell'Autorità portuale ed è Segretario Aldo De Marco, attualmente Consigliere comunale di
Fi e presidente di Port Mobility; la gestione Moscherini prosegue ininterrotta; intanto nel 2003 Gasbarra travolge Moffa
nelle provinciali di Roma, l'aria inizia a cambiare, il Governo Berlusconi diviene sempre più impopolare. Nel 2004
Aldo De Marco viene sostituito dall'Ammiraglio Mocci alla segreteria di molo Vespucci, incarico che svolge anche
attualmente. Si giunge al 2005 , altro anno di svolta, nel quale Moscherini viene rinominato Commissario
e appena dopo Storace viene sconfitto da Piero Marrazzo, a Civitavecchia le elezioni regionali vengono svolte in un
clima di seria sfiducia per il centrodestra, nella Lista Storace sono candidati i civitavecchiesi Crocchianti e Alessia
Calanni, che nel frattempo era divenuta Assessore alle Politiche Sociali ed ottiene un risultato consistente nonostante la
sconfitta di Storace, alla fine sarà la prima dei non eletti e c'è chi giura che Moscherini l'ha sostenuta con
forza anche per ricambiare il favore a Storace, che si era speso per la sua investitura da Presidente e per la sua
riconferma in veste, questa volta, di Commissario. Subito dopo le regionali cade De Sio, è Commissario Angelo Di
Caprio. Nel 2006 si tengono le elezioni Nazionali e da noi le Comunali, Prodi è Presidente del Consiglio e a Civitavecchia
vince nettamente Gino Saladini che durerà soli sette mesi con una coalizione di centrosinistra che
descriveva grosso modo la geografia del futuro Pd; viene poi fatto cadere da una manovra congiunta di Sinistra radicale,
Destra, alcuni esponenti di maggioranza e Polo Civico: un raggruppamento di liste civiche capeggiato da Alvaro Balloni,
molto vicino proprio a Gianni Moscherini e in molti ritengono che vi fu più che uno zampino da parte dell'attuale
Sindaco in quella sfiducia; si era infatti consumata la vicenda dell'invio della terna di nomi per la carica
ambitissima di Presidente dell'Autorità portuale, dalla quale, a prezzo di scontri sanguinosi in
maggioranza, era stato escluso Moscherini ed inserito Tidei insieme al Sen. socialista Biscardini, che poi si sfilò. Il giorno
dopo la caduta di Saladini Moscherini inaugurava la restaurata Porta Livorno con i fuochi d'artificio e alla
presenza di buona parte del gongolante notabilato politico civitavecchiese: parte la rincorsa alla carica di Primo cittadino
che termina con una schiacciante vittoria su Nicola Porro; ma prima di quel momento Moscherini viene rimosso
dall'incarico di Commissario e nominato a dirigere lo scalo portuale di Civitavecchia sempre come Commissario
l'Ammiraglio Lo Sardo . Intanto e siamo ai giorni nostri ,dopo una lunga discussione nel Pd viene nominato Fabio Ciani e Tidei va a Ferservizi, il resto è storia recente:Tidei viene sfiduciato al comune di Santa Marinella,mentre Moscherini continua ad essere il Sindaco di Civitavecchia,l'Avv.Tidei nel corso delle recenti politiche del 2008 viene eletto deputato nel PD.
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