mercoledì 28 novembre 2007

Sempre vicini al Cittadino


Prosegue senza sosta la presenza del circolo territoriale R. Brasillach d’Alleanza Nazionale di Santa Marinella Santa Severa.
Impegnati per la quinta domenica consecutiva, i militanti del partito di Gianfranco Fini , stanno raccogliendo le interpretazioni della popolazione della cittadina balneare, i quali numerosi rilasciano i loro desideri sui prossimi programmi da realizzare per far tornare a splendere la Perla, che fu, del Tirreno.
Numerose sono le richieste di una maggiore moralità per quanto concerne la formazione della prossima compagine Amministrativa nonché un peculiare interesse ad una cura del territorio sia dal punto di vista ambientale che nei confronti della enorme speculazione edilizia subita di recente dalla terra dei “Nostri Padri”.
Bisogna non sottovalutare il problema sicurezza , che oggi più che mai ci si presenta come una vera e propria piaga sociale , furti nella case, furti di automobili, violenze subiti da minori, scippi e spaccio di droga , fanno sentire il cittadino sempre più bersaglio della criminalità organizzata , molte le sollecitazione per organizzare vere e proprie ronde a tutela dell’incolumità della Città, tema sul quale Alleanza Nazionale non si è mai tirata indietro.
Altra nota dolente le continue vessazioni dovute alle cartelle pazze recapitate a scapito di ignari automobilisti residenti e non (alcune di migliaia di euro).
Il Nostro circolo continuerà ad essere presente sulla piazza , come da sempre ha fatto, sia con il gazebo , sia con ulteriori iniziative che s’intensificheranno man mano che le esigenze dei cittadini santamarinellesi, che vorranno conoscere i nostri programmi e partecipare, con i loro suggerimenti , e non solo, aumenteranno.
Non Vogliamo i soliti noti Cialtroni saltatori di fosso , che sulla pelle dell’elettorato sono soliti barattare posizioni di potere a scapito dei cittadini i cosiddetti “Democratici”.
Invitiamo la popolazione tutta a una sana e corretta protesta per i punti sopra citati e per tutte le osservazioni che ogni singolo cittadino vorrà manifestare presso la sezione di Via Aurelia 471 in Santa Marinella tutti i giovedì ore 18.30 e la Domenica adiacenti ai portici cinema lucciola.





Il Direttivo del Circolo Territoriale di Alleanza Nazionale

sabato 24 novembre 2007

Manifestazione Alleanza Nazionale



sabato 24 novembre 2007
CORRIERE DELLA SERA.it


la manifestazione È stata dedicata al maresciallo capo Daniele Paladini
Milano, An in piazza per unità della Cdl
La Russa: «An non entra in un altro partito via fax, maè possibile pensare a una nuova casa con più stanze»
MILANO - Alleanza Nazionale ha radunato il suo popolo in piazza San Babila, a Milano, per «tenere unito il popolo del centrodestra». Ma anche in omaggio al maresciallo capo Daniele Paladini, morto in un attentato in Afghanistan. A lanciare il messaggio dal palco allestito nella piazza dove una settimana fa Silvio Berlusconi annunciava la nascita del nuovo partito del Popolo delle libertà è il capogruppo alla Camera, Ignazio La Russa. «Quella di oggi è la prima di una serie di manifestazioni previste in tutta Italia che si concluderà con la conferenza programmatica di Alleanza nazionale proprio qui a Milano i primi di febbraio - ha dichiarato La Russa -. An è scesa in piazza per tenere unito il popolo del centrodestra su basi più nuove e ridefinendo le regole». Sul palco, dove è stato raccolto il parere dei milanesi su temi come la sicurezza, l’immigrazione e la legalità, accanto a La Russa c'erano anche Gianni Alemanno, ministro per le Politiche agricole del governo Berlusconi e Andrea Ronchi, portavoce del partito. Il messaggio ribadito da La Russa è quello di una apertura al dialogo con tutte le forze del centrodestra che si pongano in alternativa alla sinistra. «Siamo pronti a colloquiare con Berlusconi, Bossi e Casini - ha dichiarato - ovvero con tutte quelle forze alternative, che non hanno mai cedimenti nei confronti della sinistra, sia che si chiamino inciuci, sia che si chiamino large intese».
LEGGE ELETTORALE - Altro tema, la legge elettorale: «Il nostro obiettivo è quello di difendere la legge elettorale che consenta ai cittadini di scegliere il proprio premier e i propri rappresentanti». In piazza, nonostante la pioggia, circa 700 persone. «Abbiamo deciso di partire da Milano perché qui le porte del centrodestra dispiegano maggiormente la propria forza» ha detto La Russa. «Mai con la sinistra e no agli inciuci - ha aggiunto Viviana Beccalossi, vicepresidente della Regione Lombardia e membro della direzione nazionale di An -. Con un avversario che era e rimane Romano Prodi, con il suo governo e la sinistra, più o meno radicale, che lo sostiene. Senza dubbio An rivendica la propria dignità e non accetterà mai alleanze caratterizzate da re e sudditi. Siamo invece prontissimi a far fronte compatto, con chi vorrà condividere i nostri ideali, con un obiettivo: tornare a governare l’Italia con responsabilità, equità e competenza».
«NUOVO PARTITO? NON VIA FAX» - No a Prodi e no all'iniziativa unilaterale di Berlusconi dunque. «Un partito come An non entra in un altro partito via fax» ha sottolineato Ignazio La Russa. A chi gli chiedeva perché An guardi al nuovo partito di Berlusconi con diffidenza, La Russa ha replicato: «Guardiamo con diffidenza al tentativo di dire che è onnicomprensivo. Certo non comprende noi». «Tutto passa dal diritto del popolo italiano di conservare la possibilità di scegliere prima delle elezioni il candidato premier, la coalizione che lo appoggia e quali sono i programmi» ha detto ancora La Russa, incidando questo come il presupposto per l'unità della Cdl. «Sono convinto che sia possibile che la vecchia Cdl traslochi in un nuova casa con più stanze e sale per riunioni in cui parlare di programmi, valori e contenuti, magari con meno sale da pranzo».

Alleanza Nazionale

Manifestazione AN davanti Palazzo Valentini Roma

In ricordo di Giorgio Almirante

Vivi come se dovessi morire subito.Pensa come se dovessi vivere in eterno

domenica 11 novembre 2007

Fini Casini



di Fabrizio De Feo - domenica 11 novembre 2007,

il Giornale


Roma.È una partita a scacchi lunga una giornata quella che va in scena sulla riforma della legge elettorale. Una sorta di pièce teatrale, in cui alcuni ruoli restano fissi e altri si scambiano, in un gioco di specchi in cui l’obiettivo non è tanto quello di esercitarsi sulle alchimie del proporzionale o del maggioritario ma piuttosto allontanare lo spettro delle elezioni. O magari, come accade nel centrodestra, rivendicare la propria autonomia e dettare una strategia alternativa a quella del muro contro muro sposata da Silvio Berlusconi.La giornata si apre con una parziale apertura al dialogo: quella di Gianfranco Fini. «È evidente che occorre verificare se la maggioranza sarà ancora tale tra qualche giorno dopo gli scogli di Finanziaria e welfare» dice il leader di An. «Se ci sarà ancora un governo Prodi, avendo messo tra i punti del suo programma la riforma elettorale, attenderemo la sua proposta, se ne farà una. E, comunque, finché il governo avrà una maggioranza, seppur brutta, sgradevole e risicata, non si può parlare di continuo solo di elezioni». La priorità, dice in soldoni il leader di An, è cacciare Prodi. Ma se il governo dovesse reggere, il confronto sarebbe inevitabile. Con una postilla. «Se ai primi di gennaio la Consulta dovesse dare il via libera al referendum, accanto alla via parlamentare si aprirebbe un’altra via».Se Gianfranco Fini apre uno spiraglio al dialogo, Pier Ferdinando Casini spalanca la porta. «Vedrete che sulla legge elettorale inevitabilmente dialogherà anche Berlusconi», dice il leader centrista al convegno dei Circoli di Marcello Dell’Utri. «Noi non facciamo né passi avanti, né passi indietro. Il dibattito sulla riforma della legge elettorale è una cosa a parte e noi siamo interessati al modello tedesco: quindi la votiamo con chi ci sta». Detto questo «il governo prima se ne va a casa e meglio è. Le nostre energie devono essere impegnate a mandarlo a casa entro questa settimana».I segnali di dialogo, apparentemente, sono troppo ghiotti per sfuggire all’attenzione dei «cacciatori di alleanze» presenti nel centrosinistra. E così Walter Veltroni prima fa un’apertura a sorpresa «su un sistema proporzionale senza premio di maggioranza». Poi lancia l’amo nella direzione di Casini e Fini, manifestando apprezzamento per le loro apparenti aperture. «È molto importante quello che viene detto da Udc e An, anche se domani queste dichiarazioni vengono corrette, perché so com’è fatta la politica italiana. Ma so anche che in gran parte del centrodestra c’è la stessa preoccupazione e la consapevolezza che un successo effimero alle elezioni si possa tradurre nella realtà che c’era nella scorsa legislatura».












Giogio Almirante

Vivi come se tu dovessi morire subito. Pensa come se tu non dovessi morire mai. »
(Giorgio Almirante, da Autobiografia di un 'fucilatore')


« Quando vedi la tua verità fiorire sulle labbra del tuo nemico, devi gioire, perché questo è il segno della vittoria. »
(Giorgio Almirante)


Giorgio Almirante (Salsomaggiore Terme, 27 giugno 1914Roma, 22 maggio 1988) è stato un politico italiano.

domenica 4 novembre 2007

Roberto Bacheca

"CROMPRENDERE LE PROPRIE RADICI"

Un città che aspira ad un ad un RUOLO DEGNO nella storia dell'umanità non può permettersi una MEMORIA LACERATA e INCUSTODITA,abbandonata alla polvere.

Sentiamo

un SACRO DOVERE verso chi ci ha preceduto e verso chi verrà dopo di noi.

Un giuramento.

Te la senti?

Io si, e Tu.

Tavolo della Domenica


Dalle giornate appena trascorse in piazza, Alleanza Nazionale, ha potuto riscontrare l’entusiasmo della cittadinanza, nel voler collaborare con la propria partecipazione, alla stesura del prossimo programma elettorale da trasformare in seguito in azione Amministrativa.
Molti cittadini hanno lasciato i propri recapiti per essere ricontattati dal nostro partito e dare il loro contributo con proposte e iniziative che possano finalmente far uscire la Nostra Città dal torpore e dall’immobilismo degli ultimi anni, idee realizzabili, che possano trovare un effettivo riscontro con le esigenze di un tessuto sociale umiliato e offeso dagli interessi personali più volte riscontrati nelle iniziative dei nostri decaduti amministratori.
Visto il successo dell’iniziativa, Alleanza Nazionale, continuerà a riproporre la sua presenza nelle piazze santamarinellesi, come ha sempre fatto in passato , anche lontano dagli appuntamenti elettorali, poiché siamo pienamente coscienti dell’importanza del rapporto tra cittadino e istituzione e tra cittadino e partiti che dovranno da qui a sette mesi presentarsi al cospetto del corpo elettorale.
Tutto il lavoro di raccolta dati sarà poi riproposto ad un convegno nel quale il nostro partito si farà portavoce delle esigenze espresse dalla popolazione nonché quelle storicamente espresse dai nostri valori tradizionali .
Per qualunque delucidazione e collaborazione il nostro circolo di via Aurelia 471 è aperto alla popolazione il mercoledì dalle 19 alle 20 oppure è possibile contattarci ai seguenti recapiti telefonici Roberto 3392780394 Giampiero 3475251821 Mauro 3333127515.

Manifestazione Alleanza Nazionale



domenica 14 ottobre 2007

Alleanza Nazionale
» 2007-10-14 11:42Fini: ''Presto al governo''(di Francesco De Filippo)ROMA - Una manifestazione imponente. Ieri An ha portato in piazza 500 mila persone (secondo gli organizzatori) tra simpatizzanti del partito e del centrodestra. Migliaia di bandiere bianco-azzurre hanno sventolato nel centro di Roma in tre cortei che, come immensi tentacoli, si sono chiusi intorno al Colosseo simili a un abbraccio. Tre cortei - quello partito da piazza della Repubblica e' stato il piu' importante e corposo - non particolarmente chiassosi come di solito le manifestazioni, anzi, prevalentemente silenziosi, ma molto partecipati. Silenzioso ma graffiante, a tratti greve, specie nei confronti di Romano Prodi, obiettivo principale e quasi esclusivo di striscioni e slogan. Domenico Gramazio ha portato in strada una mortadella lunga tre metri caricata su un carretto trainato da un cavallo, ha indossato un camice bianco e ha cominciato ad affettarla. Giganteschi palloni gonfi di elio galleggiavano a una decina di metri di altezza con attaccati striscioni con la scritta ''Via'' e la foto di Prodi o quella di Marrazzo. Da Cosenza alcuni hanno portato un gigantesco presidente del Consiglio che balla nudo su una padella posta sopra la fiamma dell'Msi: 'Mortadella in padella'. Azione Giovani, sentendosi parte in causa, non poteva evitare qualche riferimento ai bamboccioni di Padoa Schioppa. Ma la speranza, esplicitata da Fini nel discorso finale, e' la spallata al Governo, non a caso lo striscione che apriva il corteo principale portava la scritta ''Elezioni subito''. Millecento autobus, vari treni gratuiti, catering: An ha fatto le cose in grande per portare in piazza dagli adolescenti agli anziani, dal Meridione come dal Nord. Forse la piu' grande manifestazione del partito di Fini, con un contributo degli alleati del centro destra. Qualcosa del genere era riuscito alla destra in occasione della manifestazione in piazza San Giovanni del 2006, ma appunto si trattava di tutta la CdL. Protagonista al suo arrivo in piazza della Repubblica e' stata comprensibilmente Alessandra Mussolini, che, circondata da uno stuolo di fan con berretto nero, camicia rossa e pantaloni neri si e' stretta in vita un foulard nero con la scritta Azione sociale e si e' sistemata alla testa del corteo. Una mossa azzardata: mentre in Fini in moto faceva la staffetta tra i vari cortei per poi non seguirne nessuno e attendere l'arrivo della folla sul palco del Colosseo, Gianni Alemanno e Maurizio Gasparri avevano con l'eroina della destra un breve battibecco. Alla fine la nipote del Duce finiva nelle seconde e terze file a fare da compagnia alla semi-invisibile Michela Vittoria Brambilla, che vari giornalisti hanno intervistato telefonicamente ma che nessun cameramen o fotografo e' riuscito ad immortalare, giacche' in realta' nessuno l'ha vista. Nella folla spunta anche un gruppo di africani di un Circolo della liberta' impegnati per lo sviluppo del loro continente ma anche qualche (pochissime) croce celtica. Quando squillano le prime note dell'inno di Mameli, pero', in pochi si contengono, parte il canto ma si levano decine e decine di braccia tese nel saluto romano. Dall'alto, tra gli elicotteri della polizia, un velivolo transitava di continuo portando uno striscione: ''Con Fini la destra moderna''. Sfilati per la citta' i cortei hanno assiepato i Fori imperiali disseminati di maxischermi per seguire le immagini di quanto accadeva sul palco. Qui, oltre ai big del partito, si sono alternati al microfono esponenti della cosiddetta societa' civile, dunque generali dei carabinieri, imprenditori coraggiosi che non hanno piegato la testa davanti alla 'ndrangheta o alla camorra, figli di vittime di terrorismo o di immigrati.HomeSPECIALILe foto del cor

Domenica 4 novembre 2007

SICUREZZA: FINI, IMPOSSIBILE INTEGRARSI CON CHI RUBA
Intervista del leader di An sul Corriere della Sera Paola di Caro Le accuse di strumentalizzare una tragedia? «Risibili». La richiesta di collaborazione sul decreto espulsioni? «Sì, ma solo alle nostre condizioni». L'appello a coniugare rigore e integrazione? Esistono comunità, come quella rom, «che non sono integrabili nella nostra società». Non ha paura di dire qualcosa di destra,Gianfranco Fini. Nemmeno se il prezzo da pagare è quello di chi gli rinfaccia un passato fascista che non passa mai: «Non pensino di fermarci con queste idiozie...». E se sia il coraggio di chi mira alla posta alta come la poltrona di sindaco di Roma a far avanzare come un treno il leader di An, o più ancora la volontà di sfidare la leadership di Berlusconi sul terreno dei fatti, è difficile da dire. Perché sul Campidoglio Fini non chiude: «Prima si dimetta Veltroni, poi vedremo...», e sulla sfida alla guida del centrodestra è secco: «Chi ha più filo da tessere, tesserà».
Presidente Fini, il centrosinistra la accusa: lei ha strumentalizzato la tragedia di Tor di Quinto con uno show sul luogo dell'omicidio, ha alzato i toni pericolosamente come dimostra il raid punitivo contro i romeni di Tor Bella Monaca. La sua replica? «Sono accuse risibili, che si ritorcono contro chi le fa. Cosa c'è di strumentale nel recarsi sul posto dove è avvenuto un atto così efferato che ha portato perfino il governo a smentirsi nel giro di 24 ore, prima negando la necessità di un decreto e poi convocando d'urgenza il Consiglio dei ministri per vararlo? Lo dico con la massima chiarezza: le ronde sono inaccettabili e condannabili, ma Amato e Veltroni ci vadano a Tor Bella Monaca, a vedere a quale livello di degrado si può arrivare».
Per far sentire la propria voce c'è bisogno di essere presenti sul luogo di un massacro? «I soloni si mettano d'accordo: se uno resta nel chiuso del Palazzo, è la casta, se interviene anche in presa diretta, strumentalizza... La verità è che amuovere tanti è l'invidia: se certi uomini di governo fossero andati a Tor di Quinto quella sera, avrebbero avuto bisogno della scorta».
Il ministro Amato su Repubblica definisce «irresponsabilità etica» quella di chi soffia sul fuoco... «Stimo Amato, ma anche in lui c'è l'incapacità tipica della sinistra di comprendere la portata di quello che sta accadendo. Eticamente irresponsabili sono loro, quando negano che l'emergenza sicurezza esiste, quando con Veltroni dipingono la Capitale come una Disneyland. La xenofobia e il razzismo sono infezioni dello spirito, ma l'antidoto per combatterle è una politica fatta di rigore, espulsioni, ordine, legalità, non il lassismo di Prodi, il giustificazionismo di chi alla fine considera il romeno che ha ucciso vittima della società ingiusta».
Da sinistra replicano che la risposta all'emergenza prevede anche le parole solidarietà e integrazione. «Certo, ma alla parola solidarietà si aggiunga, sottolineata, la parola legalità. E sull'integrazione bisogna essere chiari: c'è chi non accetta di integrarsi, perché non accetta i valori e i principi della società in cui risiede».
Parla dei rom? «Sì, mi chiedo come sia possibile integrare chi considera pressoché lecito e non immorale il furto, il non lavorare perché devono essere le donne a farlo magari prostituendosi, e non si fa scrupolo di rapire bambini o di generare figli per destinarli all'accattonaggio. Parlare di integrazione per chi ha una "cultura" di questo tipo non ha senso».
Lei sa che rilanciando questa linea non sarà chiamato «il Sarkozy italiano » ma il Fini tutto «manganello e doppiopetto», come scrive il direttore dell'Unità, perché «camerata è per sempre». Che effetto le fa? «Nessuno, tutto ciò mi lascia indifferente. E se pensano di intaccare con queste uscite il consenso del mio partito, non hanno capito proprio niente di questo Paese».
Lo dice perché secondo un sondaggio Sky il 91% degli italiani è d'accordo con la sua richiesta di estendere le espulsioni a chi non ha redditi? «È un dato che non mi sorprende affatto, basta farsi una passeggiata fuori dai palazzi per capire quello che pensa la gente».
Dunque se il governo non modificherà il decreto su questo punto, voi non lo voterete, anche se Rutelli sul Corriere ve lo chiede espressamente e Berlusconi parla di esigenza di «compattezza»? «Berlusconi ha ragione a dire che il decreto è un pannicello caldo, varato sull'onda del panico e perché Veltroni temeva di veder crollare il suo castello di Roma città modello. Noi comunque siamo disponibili a votarlo, ma a tre condizioni: che preveda espulsioni effettive e coatte, e non semplici intimazioni ad andarsene come emerge oggi dal testo; che appunto, recependo integralmente la direttiva Ue, si possa espellere anche chi non ha un reddito certo e infine, perché non rimanga tutto lettera morta, in Finanziaria bisognerà aumentare sensibilmente i fondi alle forze di polizia».
La sinistra della maggioranza non voterebbe mai un decreto così... «Lo penso anch'io, ma se c'è o no una maggioranza, a questo punto è problema loro».
Presidente Fini, in tanti ormai sospettano che la sua battaglia sulla sicurezza sia mirata anche alla candidatura a sindaco di Roma. È così? «Le cose che ho detto su Roma le dico anche su Catania, manon mi candido a sindaco di quella città. La battaglia sulla sicurezza è un argomento talmente nel Dna della destra, che sarebbe insensato derubricarlo a mezzo utile per scalare il Campidoglio».
Ma a correre ancora per Roma lei ci pensa o no? «Tutti coloro che hanno questo cruccio, si diano da fare perché Veltroni si dimetta: credo che i romani abbiano diritto a un sindaco che si occupi a tempo pieno della città».
Insomma, se Veltroni si dimettesse, lei si candiderebbe? «Se, se... Vedremo cosa succederà. Oggi la questione all'ordine del giorno non è questa».
Lo sa cos'altro si dice, che lei sta sfidando la leadership di Berlusconi su un terreno concreto e cruciale come quello della sicurezza. «Guardi, sono sei mesi che cerco di far capire al mio partito che in questa fase per An è essenziale prendere l'iniziativa politica, il che vuol dire denunciare i fatti prima degli altri, proporre soluzioni e risposte prima degli altri, agire prima degli altri». E non è quel che fa chi punta alla leadership? «Non farei questo automatismo... La verità è che oggi esiste una legge elettorale con base proporzionale che prevede la competizione anche tra alleati. Dunque, chi ha più filo da tessere, tesserà. Ma per aumentare i consensi di An e centrodestra, serve fare politica, non discutere di leadership».