domenica 21 novembre 2010


VIVISEZIONE: L’ITALIA NON CI STA! E BACCHETTA IL PARLAMENTO EUROPEO
NoiRoma Sabato 13 Novembre

La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal trattamento che riserva agli animali" (Mahatma Gandhi) 8 Settembre 2010. La direttiva europea n° 2010/63/UE sulla vivisezione autorizza il ricorso ad esperimenti scientifici ergo a torture su gatti, cani randagi e specie in via d’estinzione, primati compresi. Una pratica osteggiata nella nostra nazione già dal 1991. Ciò nonostante, se l’iter di recepimento della direttiva giungesse a conclusione, tale oscenità legislativa rappresenterebbe un passo indietro di vent’anni per un’ Italia che, in materia di rispetto per gli animali, molto ha da insegnare all’Europa. A Palazzo Ferraioli, in una sala gremita nonostante il violento temporale che ha colpito la capitale, si è svolta la conferenza stampa promossa dall’associazione no profit “Amici di Susanna”. L’intervento dell’ On.Aracri, che ha riassunto quelli dei consiglieri Angelini e Masini, come lui firmatari della mozione contro la direttiva, ha espresso in tre punti sostanziali le motivazioni con cui si fa portavoce dei cittadini, a partire da quella fondamentale che attiene all’amore per gli animali. Senza dimenticare l’impatto sull’ economia della nazione e soprattutto sulla strumentalizzazione della ricerca contro le malattie. Promuovendo la vivisezione come unico strumento di progresso contro patologie gravi o meno, si camuffa pretestuosamente il business che arricchisce i colossi della cosmesi e le case farmaceutiche, giustificando la mattanza di milioni di animali indifesi. E dire che in Italia, a Reggio Emilia, si era appena riusciti a far chiudere il penultimo allevamento “produttore” di cani da esperimento.
L’ultimo, il famigerato “Green Hill”, ogni mese avvia 250 esemplari di razza beagle ad una morte orribile. Non solo la direttiva europea implementerebbe questo macabro mercato, ma andrebbe ad alimentare il commercio parallelo degli “acchiapparandagi”, personaggi senza scrupoli artefici di un’esplicita missione di morte. Sfatiamo una volta per tutte il mito della necessità della vivisezione: attraverso la sofferenza degli innocenti non si aiuta l’uomo a curare le proprie malattie. O perlomeno, non più di quanto si potrebbe con la ricerca alternativa. Le reazioni delle cavie alle sostanze iniettate non sono attendibili come si vuol far credere. La nostra biologia, le nostre reazioni ai farmaci sono profondamente diverse da quelle di altri esseri viventi. La ricerca non violenta rappresenta allora l’unica strada percorribile, anche a sostegno della lotta contro la fuga di cervelli per cui siamo tristemente noti. Felicetti, Presidente della LAV (Lega Anti Vivisezione) ha ricordato che la direttiva andrà recepita entro il 1° Gennaio 2013. Abbiamo poco tempo per apportare il nostro contributo. Tanto per cominciare, con una firma si potrà sostenere la richiesta di introduzione di una legge nazionale che contrasti quella europea e sia di esempio agli altri paesi, nel favorire lo sviluppo di metodi di ricerca alternativi. Non serve neppure mettere mano al portafogli : difendere il valore prezioso della civiltà non costerà nulla e ci ripagherà per sempre. Un giorno gli animali saranno rispettati per essere portatori sani di affetto e amore. Tra i molti volti noti, lo ha testimoniato involontariamente l’attrice Vanessa Gravina, che ha sparso la voce per donare ad un caro amico la gioia di un cucciolo rigorosamente senza pedegree. Ora sappiamo cosa fare. Mano alla penna allora, ha appena avuto inizio una battaglia silenziosa! di Antonella Scaramuzzino