giovedì 29 aprile 2010

Fini vuole un Pdl diverso. Per guardare al futuro


Fini vuole un Pdl diverso. Per guardare al futuro
di Generazione Italia

Un Gianfranco Fini a tutto campo quello che abbiamo visto ieri sera a “Porta a Porta”. Fini ha dimostrato di avere idee chiare: vuole che il Pdl abbia una propria bozza di riforma delle Istituzioni, senza dover rincorrere “piè veloce” Calderoli. Una bozza che deve arrivare alla fine di un discorso all’interno del partito. Fini ha dimostrato di avere un’idea di partito che altri – tanti – non hanno. Il Pdl deve discutere, trovare sintesi e avanzare proposte chiare. È questa l’idea di partito che Fini ha in testa. Un partito visto come strumento di mediazione tra Silvio Berlusconi, il Governo e gli elettori del Pdl. Così come avviene in Francia, con l’UMP, e in Germania, con la CDU.

Non solo riforme istituzionali. Fini attacca. “Servono tagli selettivi alla spesa pubblica”. Basta con i tagli orizzontali a tutti i ministeri, come sta facendo da anni Tremonti. Una scelta, quella del Ministro dell’Economia, che è in realtà una non scelta. Gianfranco Fini vuole un Pdl coraggioso, non schiacciato sul Governo. Un Pdl che possa essere da stimolo per migliorare l’azione dell’Esecutivo. Un Pdl che si deve interrogare sul futuro dell’Italia. Su quei giovani, che con la vigente Riforma Dini, avranno una pensione pari al 40% dell’ultima retribuzione. Sfuggire dalla malattia del “presentismo”, del tirare a campare, per affrontare la stagione delle Riforme. Questo chiede Fini al Pdl.

Non è facile. C’è chi nel Pdl non vuole il dibattito interno, c’è chi non vuole rispettare le opinioni non in linea con la presunta ideologia dominante (ci dicano qual è…), c’è chi rivendica il centralismo carismatico che tutto comprende e tutto risolve. E, sempre nel Pdl, c’è la caccia alle streghe, agli eretici, a chi la pensa in maniera diversa (è lesa maestà?). Un Pdl dove vige il reato del controcanto.

Fini rivendica il suo diritto al dissenso. Il suo diritto ad avere un partito – il “mio partito” dice – dove le decisioni si prendono dopo ampio e articolato dibattito, come avviene in tutti i partiti europei che aderiscono alla grande famiglia del PPE.

Fini rivendica la sua storia politica, grazie alla quale e solo grazie ad essa, “sono Presidente della Camera”. Una battaglia di dignità. Per rivendicare il ruolo della destra – quella vera – nel panorama politico italiano.

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