venerdì 30 aprile 2010

Che fine ha fatto il ddl anti-corruzione?


Ddl anti-corruzione

Che fine ha fatto il ddl anti-corruzione?
di Gianmario Mariniello


Solidarietà a Claudio Scajola, innanzitutto. Dimostrerà la sua estraneità rispetto all’inchiesta di Perugia. A questo punto, però, il Governo per rilanciare la sua immagine deve accelerare l’iter del ddl anticorruzione, che sarebbe stato approvato il 1° Marzo scorso, pur tra qualche polemica all’interno dell’Esecutivo guidato da Silvio Berlusconi.

Il disegno di legge aumentava l’elenco dei reati che facevano scattare automaticamente l’istituto dell’ineleggibilità, sia negli Enti locali che in Parlamento. Venivano inasprite le sanzioni per i reati contro la pubblica amministrazione. E poi c’era il “fallimento politico”, ovvero l’ incandidabilità specifica dei Presidenti di Regione che avevano lasciato l’Ente sommerso dai debiti. Con una norma del genere, tanti Governatori non si sarebbero potuti ricandidare, sian nel 2010 che nel 2005. C’era poi il Piano nazionale anticorruzione, con tanto di Osservatorio sulla corruzione e gli altri reati contro la Pubblica Amministrazione. Una correzione di rotta dopo la soppressione (Dl 112 art. 68 c. 6.) dell’Alto Commissario per la prevenzione ed il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito all’interno della pubblica amministrazione. Infine, c’erano tutta una serie di norme che favorivano la trasparenza in materia di appalti, contributi e assunzioni. Con tanto di Elenco di fornitori e imprese subappaltatrici presso ogni prefettura, di Banca dati nazionale dei contratti pubblici. E infine, tutte le informazioni sarebbero state messe on line, compresi i contratti stipulati per le situazioni di emergenza. E, infine, era prevista anche l’Acquisizione d’ufficio delle comunicazioni antimafia. Una rivoluzione della legalità, insomma.

Il ddl aveva ricevuto un plauso bipartisan, persino dai “bastian contrari” dell’Idv. Quasi un evento. Salutato con favore dal Presidente della Camera, Gianfranco Fini.

Bene, bravi, bis. Ma c’è un però. Dove è finito questo bellissimo e bipartisan ddl anticorruzione? Nessuno lo sa. Qualcuno lo tiri fuori dai cassetti e lo porti in Parlamento. E sia approvato in tempi rapidissimi, magari con il consenso dell’opposizione. Sarebbe un segnale fortissimo che Governo e Pdl darebbero al Paese. Un segnale di legalità. Perché chi sbaglia deve pagare. Specialmente quando sbaglia a spese di tutti gli italiani.

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